Angeli II – Ep. 11

Mi dispiace Gabriel. Non riesco a vederlo…”

Gabriel annuì al ragazzo, sapeva che comunque Helial lo stava cercando e quindi sarebbe giunto al Primum Mobile. Gli abomini, nel frattempo, avevano già raggiunto la sala d’entrata e Somoloel, invocando un grido di battaglia degno di un capo Cherubino, ordinò ai suoi uomini di respingere quelle entità. Alcuni dei Cherubini attaccarono in volo, altri preferirono un attacco via terra. Comunque tutti notarono che la prima fila di Nephilim non cercava il combattimento, anzi cercavano di divincolarsi da esso per riuscire a raggiungere il Primum Mobile. Uno di quei abomini, una volta allontanato Matt con le maniere forti, si avvicinò minaccioso ai tre Arcangeli che, in tutta risposta, lo pestarono molto duramente eliminandolo una volta per tutte.

“Abbiamo poco tempo… La Città d’Argento verrà distrutta se non facciamo subito qualcosa.”

Disse Raphael seriamente preoccupato. Matt si rialzò un po’ dolorante e si riavvicinò agli Arcangeli.

“Il frammento di Yawak potrebbe dare energia alla città?”

 

“Pensavo di farlo, anche perché gli angeli prendono l’energia dalla città…”

Gli rispose Gabriel.

“Per fare questo, però, dovrò raggiungere l’Albero della Vita.”

Intanto Elisabeth, vedendo un Cherubino in difficoltà, lanciò la Longinus contro di lui e le sue ferite guarirono ridandogli nuova energia per continuare a combattere. Poi le due Djinn congelarono la scalinata rendendo così scivolosa l’avanzata dei mostri. Alex si avvicinò a Colette e con la penna le disegnò un altro sigillo, questa volta le avrebbe dato più forza. Elisabeth incuriosita si avvicinò alla ragazza, si presentò velocemente e le chiese cosa avesse fatto a Colette.

“Ma sei un umana! Sei un Principato?”

 

“Magari…”

 

“Cos’hai fatto alla mia amica?”

 

“Le ho donato più forza. Tieni.”

Così dicendo le disegnò due sigilli, quello di protezione e quello della forza.

“Forte! Sai dovresti elargire questi tuoi doni anche agli altri miei amici, di sicuro ne saranno entusiasti!”

Le disse per poi allontanarsi dalla ragazza e ingaggiare battaglia con un altro abominio. Lanciò la lancia, caricata dell’energia del fulmine, verso la testa dell’essere e quest’ultimo venne oltrepassato dall’arma lasciando per ricordo un grande buco nella fronte. Poi la Longinus tornò dalla sua padrona. Matt supera con un salto una entità ed entra in mischia con uno di quei Nephilim, dando man forte a tre Cherubini. Gabriel voleva fare quello che gli era stato chiesto dal ragazzo umano ma il suo sguardo continuava a seguire i movimenti del Jubei clone. Quest’ultimo stava dando una mano a Colette con uno degli abomini. Intanto l’uomo tatuato si era avvicinato ai tre Arcangeli, che si erano riuniti per scegliere una tattica.

“Non male come piano!”

Poi ritornò sui suoi passi e appoggiò le mani sulle spalle di Nalani.

“Che ne dici di fuggire? Mi sembra il momento più propizio.”

 

“Perché invece non combattiamo questi abomini’?”

L’uomo si spostò dinanzi a lei e la guardò negli occhi.

“Perché combatti?”

 

“Direi per la mia sopravvivenza.”

 

“Allora perché non fuggi?”

 

“Non voglio lasciare gli altri nella merda, è un mio principio!”

 

“Va bene.”

Così consentendo, aiutò Nalani ad alzare la spada e con tutta la forza che aveva, l’uomo tatuato la lanciò con l’arma in aria. Lei era sbalordita da quello che le stava succedendo in quel momento ma non si distrasse dall’obbiettivo che stava avvicinandosi velocemente. La lama si conficcò nel petto di uno degli abomini e lo uccise sul colpo. Alcuni Cherubini si stupirono della sua entrata in scena ma Nalani aveva altro a cui pensare, visto che era rimasta a penzoloni, ancora attaccata alla sua spada. L’uomo tatuato la guardò con un sorriso. Nel frattempo tutti i vari combattimenti si conclusero con la vittoria degli angeli, momentaneamente. I tre Arcangeli dovevano scegliere cosa fare…

“Mi chiedo se sia giusto tenere i Cherubini qua con noi. Non sarebbe meglio che aiutassero la città?”

 

“No, è meglio tenerli qua. Così la loro forza servirà a proteggere l’Albero della Vita.”

Disse Gabriel, mentre il suo sguardo andava all’esterno. Tra le numerose nubi scure poteva vedere alcuni lampi illuminare il cielo, come se quel fenomeno rappresentasse i vari combattimenti che si stavano svolgendo nella città.

“E se magari li dividiamo? Dobbiamo decidere in fretta, la Città d’Argento sta cadendo…”

Disse Raphael, ma sembrava che i tre Arcangeli aspettassero una decisione dai reincarnati. Così Jubei clone decise che la priorità era fermare Helial e si offrì volontario per andare a combatterlo.

“Ne sei sicuro, Jubei?”

 

Gli domandò Gabriel.

“Non chiamarmi così! Non voglio portare quel nome, IO non sono LUI!!!”

 

“E come vorresti essere chiamato?”

 

“Hamon!”

 

“Va bene, Hamon.”

La città stava spegnendosi sempre più e la preoccupazione più grave era quella che i Nephilim attaccassero il Tempio dei Portali fino a distruggerlo completamente, in questo modo ogni via di fuga sarebbe stata reclusa. Gabriel decise di dirigersi all’Albero della Vita per dare sostegno alla città. Somoloel tornò con i suoi uomini che erano scesi fino in fondo alla scalinata per combattere quei mostri e avvisò della sua preoccupazione della venuta di Helial. Matt ebbe una ricaduta e, socchiudendo gli occhi, il suo corpo si accasciò a terra.

[Questa volta si trovava nel bel mezzo di un deserto, proprio durante una forte tempesta di sabbia.

In lontananza intravede un puntino nero e, dato che era l’unico punto di riferimento al momento, decise di avvicinarsi in quella direzione. Una volta giunto all’obbiettivo poté notare che sulla sabbia c’era un altro artefatto nero, come quello che aveva Gabriel, e tutt’attorno all’oggetto c’erano degli scienziati che lo studiavano attentamente. Volse lo sguardo in lontananza e vide due beduini venire incontro al gruppo. Uno di loro era un energumeno e aveva una muscolatura ben sviluppata, i capelli erano biondi e corti, mentre l’altro era l’opposto, un piccoletto il cui volto era interamente nascosto tra le vesti.

 

“Siete sicuri che funzionerà? Non li voglio avere più tra i piedi!”

 

Disse l’energumeno lanciando un occhiataccia agli scienziati che sembravano aver ignorato la sua irritabilità.

 

“Nicolay, se questa cosa funzionerà, sarà la fine per gli angeli.”

 

Gli rispose il piccoletto, anche se effettivamente Matt non aveva sentito alcuna parola pronunciata… sembrava che avesse risposto a Nicolay attraverso la telepatia.]

Mentre Matt rinveniva, Raphael gli si avvicinò, poggiò una mano sul ragazzo e socchiuse gli occhi… era in contatto col suo maestro Sandalphon. L’Arcangelo poi riaprì gli occhi e ringraziò Matt per il fardello che stava portando. Il ragazzo raccontò a tutti di quello che aveva visto e nel sentire il nome di Nicolay, le persone che lo conoscevano bene, sgranarono gli occhi. Alex s’intromette nel discorso dicendo che aveva sentito di un certo progetto della Lacrima Sancta, HAARP, il quale permetteva di modulare il creato attraverso le vibrazioni.

“Quei bastardi dei Principati!”

 

“Valiah da giorni sta predicendo questo giorno…”

 

“Io dico che gli umani più importanti siete voi e non è possibile tornare sui propri passi come spera Valiah. Voi siete i rappresentanti della Terra e avete il libero arbitrio.”

Poi Gabriel osservò il clone.

“E per umani intendo anche Hamon.”

Hamon non disse nulla, voleva solo partire per andare incontro ad Helial.

“Io vado.”

Così dicendo se ne andò seguito poi da Colette ed Elisabeth, quest’ultima prese con sé dieci Cherubini tra cui Somoloel. Nalani, Alex e Matt seguirono i ragazzi un po’ da lontano, visto che erano partiti in fretta. Poi Hamon disse al gruppo che lo seguiva di procedere avanti mentre lui, con la sua spada, crea sulla scalinata un’onda d’urto che distrugge parte delle scale impedendo a chiunque di raggiungerli, anche i compagni rimasti indietro.

“Perché l’hai fatto?!”

 

“Non ci serve altro aiuto.”

Così dicendo raggiunsero l’uscita e si divisero in tre gruppi, uno si sarebbe diretto al Tempio delle Dominazioni, un altro al Tempio delle Virtù e i tre ragazzi sarebbero andati al Tempio dei Portali. Avrebbero compiuto pochi passi dato che Helial era già lì e guardava la scalinata distrutta.

“Adesso come pensi di salire?”

In risposta l’ex capo dei Cherubini estrasse la sua spada, uno spadone carapace di colore nero composto da altre piccole lame a rientranza.

“è la prima volta che uso la spada nella città.”

Poi rimase fermo, attendendo una loro offensiva. Colette prova ad attaccarlo ma l’effetto del suo attacco è come sabbia negli occhi, Elisabeth usa la Longinus per ferirlo ma anche questo attacco sembra non fargli niente, a parte farlo arretrare di mezzo passo. Helial affonda la spada nel terreno e usa l’imposizione delle mani per curarsi. Poi si rivolse ad Hamon.

“Quando hai intenzione di fare un duello come si deve?”

 

“Anche subito.”

Così dicendo Hamon si avvicinò al Cherubino, la sua aura era potente ma non ebbe l’effetto sperato sul ragazzo. Hamon abbassa leggermente la testa e rallenta un po’, come se qualcosa gli impedisse di svolgere movimenti normali, ma poi tutto d’un tratto scattò contro Helial.

“Interessante.”

Hamon riesce a provocargli un taglio sul volto e un po’ sui capelli. Helial in risposta all’attacco lo prese per la testa e lo scaraventò contro le due ragazze, ma lui utilizzò il teletrasporto per arrivare alle spalle del Cherubino, anche se quest’ultimo riesce a reagire con prontezza al contrattacco e lo fa rotolare a terra.

“Ne vuoi ancora? Mi lasci passare?”

 

“Anche no.”

 

“Va bene, peggio per voi.”

Così dicendo si avvicinò alle due ragazze, parallizando dal terrore Elisabeth, prendendo di mira Colette che riuscì a parargli un colpo grazie alla spada della sorella.

“Quella spada… la conosco. Non ti vergogni di portare con te quell’arma maledetta?”

 

“No!”

 

“Allora muori!”

Hamon riesce a mettersi in mezzo tra Helial e Colette, salvando la vita alla ragazza. Il Cherubino, senza sprecare altro tempo prezioso, spiccò un volo e scomparve tra le nuvole. Hamon viene richiamato telepaticamente da Ekiah.

“Jubei! Esci dalla Città d’Argento, vieni da me. Esci ora, raggiungi la mia dimora.”

Hamon non ebbe la forza per controbattere sul nome ma riuscì a dire alle ragazze che doveva raggiungere il Mohave. Elisabeth gli si avvicinò e lo curò.

“Da Ekiah?”

Lui annuì. Sebbene era una cosa problematica il fatto che il Serafino l’avesse chiamato, Elisabeth volle accompagnarlo. Una volta raggiunto il Tempio dei Portali, ci fu un calo di luce e poi il buio totale… poi ritornò la luce, dapprima brillante ed infine di nuovo opaca. Ma almeno sembrava che la città fosse un po’ più illuminata del solito. Il portale del Mohave si era spento con lo scomparire della luce ma si era riaperto, anche se per poco, permettendo ai tre di oltrepassarlo. Poi si spense definitivamente… tutti i portali si spensero.

Intanto i ragazzi rimasti indietro, grazie all’impulsivo attacco di Hamon sulle scale, tornarono al Primum Mobile. Una figura alata apparve velocemente  all’esterno e compresero che Helial era arrivato. Una volta raggiunta la cima, il gruppo poté vedere Michael che impediva il passaggio al Cherubino.

“Sono sorpreso di esser riuscito così facilmente a superare la scalinata.”

 

“Questo è il momento giusto per eliminare la feccia!”

 

Helial sorrise.

“Non sarà certo un Arcangelo deperito a sconfiggermi.”

L’ex capo dei Cherubini creò con la spada due fendenti nell’aria, a formare una croce, e l’attacco fece buttare Michael fin oltre la porta. Matt coglie l’occasione per prenderlo di spalle, minacciandolo con la propria spada, ma Helial si volse.

“TU! Di nuovo qui?!”

Così dicendo disarmò il ragazzo e poi lo guardò con un sorriso. Nalani tentò di riportare l’arma a Matt ma i suoi poteri vennero annullati dal Cherubino.

“Sinceramente, sono stufo di combattere contro di voi.”

Prese la spada di Matt e gliela spezzò in due.

“E ora? Cosa pensi di fare?”

Matt guardò la sua spada rotta e poi fissò furibondo Helial.

“Adesso devi darmi la tua spada, faccia di merda!”

Un impulso, che proveniva dall’amuleto del ragazzo, gli disse di attaccarlo. Matt si fidò della voce di Sandalphon, che sentiva per la prima volta, e riuscì a spiccare un salto di3 metriper poi cercare di colpire con un pugno la faccia di Helial, ma lo manca.

“Sono sorpreso.”

Poi, all’improvviso, un fascio di luce bianca colpì il Cherubino alle spalle e lo fece indietreggiare. Michael colse per infilzare l’avversario, dato che era bloccato dal fascio di luce, ma Helial, dopo aver ricevuto il colpo, lo riesce ad allontanare e, con altri due fendenti, scaraventa di nuovo l’Arcangelo oltre la porta. Il fascio di luce colpisce nuovamente Helial che, stremato s’inginocchia a terra, mentre Michael, una volta tornato all’ingresso, gli infilzò nuovamente il corpo. Questa volta Helial si lasciò cadere sul pavimento, anche se ancora in vita. I due Arcangeli e alcune guardie lo portarono dinanzi al Trono dove lo stavano aspettando i cinque Serafini. Michael e tutti gli altri angeli s’inchinarono alla presenza dei Serafini.

“Helial, devi fermarti.”

Dissero in coro i cinque Serafini, con una voce a più voci del tutto melodiosa.

“No! Io posso ancora combattere, sono venuto qui per Gabriel!”

 

“Helial, tu sei accerchiato. Arrenditi e rimuoveremo ogni vendetta nei tuoi confronti.”

 

“Io…”

Sembrava che la volontà del Cherubino tentennasse di fronte ai Serafini, ma era solo apparenza.

“No! Sono venuto qui per la pietra e la porterò ad ogni costo al mio padrone!”

 

“Dimentica allora il tuo ruolo, senza quello non ha senso la tua esistenza.”

 

A quelle parole i Cherubini accerchiarono ancora di più Helial e iniziarono a colpirlo. Il Cherubino alzò lo sguardo sui Serafini.

“Il mio padrone è Lucifer!”

Quasi morente, uno dei Cherubini usò la spada per recidergli la testa e porre fine alla sua esistenza. Non riuscendoci al primo colpo. La città si spense e Raphael e Michael andarono nella stanza dell’Albero della Vita, dove stava Gabriel.

“I nostri fratelli minori si sono ribellati ai fratelli maggiori…”

Disse sottovoce Raphael con sofferenza. Purtroppo non c’era più energia necessaria per riaprire i portali e chiunque fosse nella Città d’Argento era bloccato per sempre… o forse c’era ancora una speranza? I Serafini invitarono i reincarnati a seguirli.

Intanto nel Mohave…

Ekiah, sempre attraverso la telepatia, comunicò a Hamon di assicurarsi di venire da solo, altrimenti chiunque altro avrebbe fatto una fine orribile.

“Devo andare da solo. Aspettatemi al villaggio di Haiga.”

 

“E chi ci assicura che torni?”

 

“Tornerò.”

Hamon procedette nel percorso che l’avrebbe portato nella caverna di Ekiah e dopo un po’ si ritrovò dinanzi a lei.

“Sei tornato mio giovane alleato, a quanto vedo sei cambiato Jub…”

 

“Non dire più quel nome, ora mi chiamo Hamon!”

 

“D’accordo, Hamon. Comunque voglio che tu sappia che è giunto il momento di prendere parte alla politica della Terra. Ti offro altro potere in cambio della tua lealtà.”

 

“Praticamente vuoi impossessarti della mia anima per farne uso a tuo piacimento, giusto?”

 

“Hamon, sei un clone e mi seguirai dove voglio, però ti do l’opportunità di ricevere più potere e di esso potrai fare ciò che vuoi. So che potrò contare sulla tua saggezza. Accetti il mio patto?”

 

“Perché me?”

 

“Ho provato altri individui ma ho bisogno di qualcuno che mi difenda. In questo modo mi dovranno tenere da conto.”

 

“Cosa sta succedendo alla Città d’Argento?”

 

“Hanno agito sulla frequenza dei portali e li hanno isolati per sempre. Il potere dei Principati è aumentato a dismisura e naturalmente stanno cercando di attirarmi dalla loro parte. Comunque devo anche ammettere che Belial è riuscito a nascondere molto bene Lucifer anche se oramai non sarà più un problema.”

Hamon rimase un attimo in silenzio.

“Se potrò vendicarmi accetto il patto, però a patto che non venga fatto del male ai miei compagni.”

Ekiah sorrise sotto la maschera d’ossa. Si alzò in piedi e, mentre si avvicinava ad Hamon, si tolse i vestiti mostrando un corpo formoso e tonico. Una volta giunta dinanzi a lui, si tolse la maschera mostrando un volto femminile molto giovane e bello, lo sguardo di lei si fissò un momento su quello del clone. Occhi rapaci non vedevano l’ora di completare il patto. Chiuse gli occhi e avvicinò le labbra a quelle di Hamon. Lo baciò con passione e lui si lasciò trascinare da quel forte sentimento. Chiudendo gli occhi, Hamon si ritrovò in uno spazio scuro dove dinanzi a lui si trovava un altare con sopra un neonato. Il clone si avvicinò e vide che accanto al bambino c’era una Wakizashi.

“Uccidi la tua volontà.”

Furono le parole di Ekiah che riecheggiavano n quello spazio vuoto. Stava per prendere il pugnale quando la figura di Gabriel gli apparve sbiadita dinnanzi a lui.

“Che fai, Jubei?”

 

“IO non son Jubei.”

 

“Perdonami, Hamon. Vuoi davvero perdere completamente la tua volontà? è questo ciò che vuoi?”

 

“Gabriel, mi hai sempre mentito! Comunque non ero nemmeno libero stando al tuo fianco!”

La figura dell’Arcangelo si mise tra Hamon e il bambino.

“Vuoi davvero reprimere la tua libertà?”

 

“Ormai ho deciso e tu non puoi farci niente!”

Hamon prese la Wakizashi, sfoderò la lama e con un colpo secco e preciso trafisse il corpo del bambino proprio al centro della pancia. Dal corpicino inerme sgorgò molto sangue che ricoprì l’altare. Hamon ritornò in sé… si sentiva stremato…

Le ali del clone ora erano completamente nere.

“Alzati, Hamon, servitore di Ekiah!”

Gli disse con un sorriso.

“Potrai scegliere i tuoi compagni, adesso.”

Alla Città d’Argento, Raphael seguì subito i Serafini, incuriosito da ciò che avrebbe visto, Michael invece tornò all’Albero della Vita e il gruppo lo seguì per volersi accertare delle condizioni di Gabriel.

“Ho come l’impressione che i Serafini hanno qualcosa per voi.”

Disse Raphael a Matt.

“Sai, io credo molto all’unione di umani e angeli e devo ammettere che, come umano, hai avuto fegato a sfidare Helial!”

Entrarono nella sala… Gabriel aveva le ali spiegate.

“Ho fatto il possibile per aiutare la città ma c’è qualcosa che agisce sull’energia di Yawak stesso…”

Poi Michael si volse ai reincarnati.

“Come vedete sta bene, ora andate e raggiungete i Serafini.”

Così dicendo si separarono. I cinque Serafini uscirono in città e i ragazzi poterono notare con soddisfazione che tutti i Nephilim erano stati eliminati, comunque l’aria che aleggiava nella città era un forte senso di desolazione…

I Serafini li portarono nella fucina del fabbro Emanel. La porte venne aperta e quando il Deva vide chi erano entrati, subito si mise in ginocchio.

“Cosa fate nella mia umile dimora?”

 

“Siamo qui per l’Arca.”

 

“Sicuri?”

 

“Sì, è l’unico modo per andare sulla Terra dato che i portali non funzionano più.”

Il fabbro acconsentì con un cenno del capo e si diresse verso la porta sul retro della fucina, aprendola.

“Seguitemi.”

Esternamente poteva sembrare un piccolo magazzino tutto buio ma quando entrarono il luogo era molto più grande di quello che pensarono. Il Deva spiegò che il magazzino gli era stato donato dall’Eterno. Matt colse l’occasione per chiedere al fabbro se riusciva a riparargli la spada, gliela mostrò. L’angelo annuì anche se ci sarebbe voluta più o meno una settimana per la riparazione, il ragazzo lo ringraziò anche perché era legato alla spada e ci teneva molto. Intanto Alex riuscì a trovare un libro nella lingua dei Principati, Emanel, vedendola, le disse che se voleva poteva prenderlo, tanto aveva molti libri scritti in quella lingua a lui sconosciuta. Entrarono in uno spiazzo verde e dinanzi ai loro occhi c’era una bellissima e grande nave completamente fatta di cristalli bianchi.

“C’è da fare qualche piccola riparazione ma niente di complicato.”

Disse il fabbro ai presenti. I Serafini parlarono dell’Arca svelando ai reincarnati che era stata già utilizzata molto tempo fa da altri uomini.

“Ma… dove porta?”

 

“In un luogo dove riposano in pace tutti i precedenti Principati. Questo luogo è posto al di fuori della Città d’Argento ed è completamente circondato dal nulla.”

 

“I Principati di una volta erano più temibili?”

 

“Sì, ma erano anche più rispettosi e leali.”

Emanel si mise subito al lavoro per le riparazioni dovute.

“Potrete portare al massimo 7 persone, così non avrete problemi di grosse perdite, in caso ce ne siano.”

 

“Perdite?”

 

“Sì, sapete… se andate in cinquanta potreste ritrovarvi con meno della metà sulla via del ritorno, quindi meno siete e più possibilità avrete. Ah! Dovrete scegliere anche un capitano visto che colui che guiderà la nave, dovrà possedere un’aura tenace.”

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