II\2 – Ep. 02

I reincarnati si diressero verso l’aeroporto di Las Vegas e Luke si accorse fin da subito di essere seguito da alcune entità in giacca e cravatta che riconobbe come dominazioni.

Decise di far finta di niente per non destare sospetti e dopo alcuni scali l’aereo atterrò finalmente a Reykjavik; le dominazioni non persero tempo in convenevoli e si pararono davanti ad Hamon identificandosi e spiegando al gruppo che li avrebbero scortati fino alla residenza di Peter Bijorn.

Quattro vetture nere attendevano in fila all’uscita dell’aeroporto e i reincarnati furono divisi in modo da non poter comunicare tra loro durante il viaggio; alquanto contrariati salirono ciascuno in un’automobile diversa, accompagnati dall’autista e da una dominazione.

I vetri oscurati impedivano ai passeggeri di vedere dove stessero andando ed Elisabeth provò a chiedere alla dominazione seduta al suo fianco quale fosse la loro destinazione; più che sperare in una vera e propria risposta, volle verificare se fosse possibile dialogare con loro ma la risposta secca che ricevette le fece capire che il suo accompagnatore aveva ricevuto istruzioni di non parlare.

Luke e Hamon decisero di non proferire parola, mentre Colette, alquanto infastidita dallo sbuffare dell’autista, iniziò a fissarlo con aria di sfida: “ Ti consiglio di goderti il viaggio, conoscere Peter Bijorn potrebbe essere il tuo ultimo grande onore” disse lui sogghignando.

“Uuuu, che paura… ” rispose lei ironicamente.

Dopo circa mezz’ora le automobili si fermarono in uno spiazzo circondato da boscaglia e i reincarnati vennero fatti scendere; altre dominazioni uscirono da due berline nere che li avevano preceduti per tutto il viaggio e fecero cenno al gruppo di seguirli per un sentiero che si diramava tra pietre e alberi.

Luke si guardò attorno e fu facile per lui capire di essere osservato.

I reincarnati furono scortati attraverso un ponte che sovrastava un fiume e dopo una breve camminata giunsero ad una radura circondata da colline non molto alte.

Al centro dell’immenso spiazzo si trovava una casetta e di fronte ad essa erano disposti alcuni tavoli da giardino, tutti vuoti ad eccezione di uno: un uomo anziano ed elegante intingeva un biscotto nel suo caffè leggendo il giornale e sembrava non curarsi dei nuovi arrivati.

“Oh guarda qua, la nazionale islandese ha vinto 4-3!” esclamò contento rivolgendosi ad una di quelle che sembravano essere le sue guardie del corpo.

Prese la tazzina di caffè e, portandosela alle labbra per bere, fu costretto ad alzare lo sguardo: “Buon giorno” disse tranquillamente ai suoi nuovi ospiti.

“Buongiorno” rispose Luke “Siamo ancora in tempo per fare colazione?”.

“Ma certo” esclamò Bijorn. Si voltò verso una delle dominazioni alle sue spalle e le fece cenno di portare qualcosa. “Sedetevi pure” disse porgendo loro dei biscotti.

“Peter Bijorn, giusto? Io sono Hamon e porto un messaggio da parte di Ekia ”.

Una dominazione porse un plico di fascicoli al Principato ed egli, dopo averne aperto uno, esclamò: “Uhm… bene, bene… mi pareva di averti già visto, Luke! Lavoravi con le dominazioni, giusto? ” .

“Collaboro ancora con loro.” Sottilineò il reincarnato.

“E qua invece vediamo cosa c’è… ah,Colette!” continuò Bijorn “anche tu lavoravi con le dominazioni. Beh, capitolo chiuso direi.” Affermò inarcando un sopracciglio. “Tu invece sei Elisabeth…uhm…niente di importante. Ed ecco qua il pezzo grosso!” esclamò il Principato sfogliando il fascicolo di Hamon. Restò in silenzio per qualche secondo e poi continuò: “Beh, so benissimo perché siete qua e potete dire alla vostra padrona che l’offerta non mi interessa.”

Elisabeth si alzò di scatto: “E’ la sua padrona,non la nostra!” esclamò irritata indicando Hamon.

“Leggi bene quel fascicolo” incalzò minacciosa Colette.

Bijorn sorrise come se non prendesse sul serio le loro parole: “Vedo che hai scelto dei compagni che rappresentano la battaglia che stai portando avanti, messaggero di Ekia!”

“Smettila, vecchio! Siamo noi che abbiamo scelto di seguire lui, non viceversa!” sbottò Elisabeth suscitando in Bijorn altre risate.

“Posso farle alcune domande?” chiese Luke rivolgendosi al Principato.

“Più tardi, c’è sempre tempo per le domande… abbiamo tutto il giorno! Piuttosto raccontatemi un po’ della vostra vita. Tu sei un esperimento di Gabriel giusto?” domandò sorridendo ad Hamon “E tu? Lavoravi con le dominazioni, no?”chiese a Luke.

“Non ho mai lavorato per loro, piuttosto ho collaborato con loro perché ero interessato alla causa che portavano avanti” si sentì rispondere.

“E come mai adesso vai in giro con i caduti? Li controlli eh?” chiese Bijorn con un sorriso sarcastico.

“Hamon è stato mio compagno in una recente missione per la Città d’Argento, finora ho ritenuto di potermi fidare di lui. Piuttosto, lei cosa sa dirmi sul piano dei Principati per tagliare fuori la Città d’Argento?”

“Io so che i Principati hanno escluso dai giochi la Città d’Argento e che pensano di averlo fatto definitivamente. Ovviamente non è così.”

“Senti, tu avrai anche tutto il giorno ma noi andiamo di fretta.” Esclamò Elisabeth “Per quanto riguarda me e Colette…beh,siamo dalla tua parte, dalla parte della Città d’Argento! Quindi..”

“Oh,ma allora cambia tutto!” la interruppe Bijorn con un sorriso palesemente ironico “Brave ragazze!”

“Mi sembra di parlare con un handicappato” sospirò Colette senza farsi sentire.

“Smettila di prenderci per il culo,porca troia!” gli urlò contro Elisabeth, che a differenza della compagna non riusciva a trattenersi.

“Togliti la maschera Bijorn, sappiamo tutti che non sei scemo come vuoi farci credere” s’intromise Hamon “Ekia vuole entrare a far parte di questa congrega di Principati, vuole dare il suo aiuto a questa politica. Perciò se c’è qualcosa che i Principati non possono fare, e tu sai che non possono fare tutto, beh… chiedi a me. ” .

“Credi davvero che il rappresentante della Città d’Argento sulla Terra possa fare affari con una caduta?” gli rispose Bijorn tornato serio improvvisamente.

“Per quanto ne so io i Principati non vedono l’ora di vederti morto.”

“Nessun Principato ha mai sfidato quello d’Islanda, non oseranno tanto.”

“Però sono riusciti a tagliar fuori la Città d’Argento. Hai qualche piano per risolvere la situazione?” chiese Luke.

“Beh, io ho già diverse informazioni che potrebbero aiutarmi a distruggere quel macchinario di fabbricazione umana che tiene chiusi i portali, cioè l’Arp.” rispose Bijorn.

“Quindi i portali non sono esplosi? Cioè, se noi distruggessimo questo macchinario i portali verrebbero riaperti?” chiese stupita Colette.

“E’ quello che spero.”

“Chi si occuperà della missione? Chi avrà il compito di distruggere questo manufatto? ” domandò Luke rivolgendosi al Principato.

“Per quel che ne sappiamo noi è stato un Principato ad attivare questo macchinario” s’intromise Hamon.

“Nikolaj Si fa chiamare Principato, ma nessuno è così folle da affibiargli questo appellativo” rispose Bijorn “E in ogni caso” continuò rivolgendosi a Luke “non parlerò di una missione così importante con i messaggeri di un caduto.”

“Basta! Noi non siamo i messaggeri di Ekia!” sbottò Elisabeth, dotata di ben poca pazienza. “Io e Colette ci siamo letteralmente buttate in un portale che si stava spegnendo perché un nostro amico ha avuto una visione. L’abbiamo fatto per fermare Nikolaj! Combattiamo per la tua stessa causa.”

“Questa caduta è entrata nella città d’Argento quando era nella merda.” Esclamò Colette riferendosi a se stessa.

“Questa caduta” continuò Elisabeth indicando la compagna “ è entrata nella Città d’Argento per difenderla! Io c’ero, ho combattuto con lei sul Primum Mobile per fermare l’invasione degli abomini! Come diavolo possiamo convincerti che siamo dalla tua parte?”

“Dicci dov’è l’Arp e ti aiuteremo a distruggerlo” intervenne Luke.

“Come posso fidarmi di voi?” chiese Bijorn sempre più confuso. Poi guardò Hamon, rimase in silenzio per qualche secondo ed esclamò “Se non sbaglio avevi un messaggio da riferire.”

“Il mio messaggio è questo” rispose lui “Ekia vuole entrare a far parte del Nuovo Ordine dei Principati offrendoti il suo aiuto. Se a te non sta bene, prenderemo il tuo posto”.

“Che cosa?!?” Elisabeth si girò furente “Cioè tu e quella troia che probabilmente ti sarai scopato…volete ammazzarlo per prendere il suo posto?”

Colette tentò di tranquillizzarla e Luke si alzò esclamando: “Se il tuo intento è davvero questo, le nostre strade si dividono qua. Ragazze, fate la vostra scelta con saggezza.”

Elisabeth notò uno strano titolo sulla prima pagina del giornale che si trovava sul tavolo; lo afferrò e lesse che ogni guerra era cessata e che in tutto il mondo sembrava regnare una strana pace.

Il Nuovo Ordine dei Principati sembrava agire nell’interesse degli uomini e questo contribuì soltanto a confonderla. A quel punto Luke le strappò il giornale dalle mani: “Ragazze,svegliatevi!” esclamò “Come pensate che sia riuscito il Nuovo Ordine ad ottenere questa pace? Hanno attaccato la Città d’Argento, ammazzato degli innocenti… stanno collaborando con un criminale!”

“Beh, cerca di comprendere che è lecito farsi venire qualche dubbio per una che fa parte di questo mondo solo da pochi mesi.” Le rispose Elisabeth stranamente riflessiva.

“E’ tutta una presa in giro, e questo te lo dice uno che fa parte di questo mondo da una vita!”

Colette osservò la scena, e poi si rivolse nuovamente a Bijorn per chiedergli cosa dovessero fare per convincerlo della loro buona fede.

“Mandate via Hamon” rispose lui.

Colette si voltò titubante verso il suo compagno “La tua padrona è in grado di scoprire dov’è Nikolaj?”

“Posso farlo io stesso” le rispose.

“E allora perché siamo ancora qui a parlare?” intervenne Elisabeth.

Tutto d’un tratto da dietro la casa apparve un’entità angelica dalle ali di cristallo: una maschera, anch’essa di cristallo, copriva metà del suo volto e i lunghi capelli grigi erano raccolti in una coda.

Luke lo riconobbe subito come Zachiel, il capo delle dominazioni, e l’entità, senza curarsi degli altri, si rivolse direttamente ad Hamon: “Ti do un’ultima possibilità: torna a casa e racconta ad Ekia che qui non c’è trippa per gatti.” “E’ la prima volta che lascio andar via un caduto in questo modo” continuò Bijorn “ ma credo che in fondo ci tornerai utile”.

“Che dici, ce ne andiamo?” chiese Colette ad Hamon, che dopo un breve cenno del capo si voltò e se ne andò. Poi la reincarnata, avendo intuito quanto la sua amica fosse confusa, si rivolse ad Elisabeth: “Questo vecchio non è in grado di aiutarci, mentre Hamon può dirci dove si trova Nikolaj. Al momento la cosa giusta da fare è seguirlo.”.

Elisabeth si alzò sbattendo i pugni sul tavolo e senza dire una parola si voltò per andarsene, ma Luke le afferrò un braccio: “Non farlo, devi stare dalla parte giusta”.

“Bijorn non vuole fidarsi di me a causa dei miei trascorsi e delle mie ali” intervenne Colette “Non riusciremo ad ottenere niente da lui.”

Il principato, osservata la scena, si rivolse al reincarnato: “Luke, va con loro.”

“ Io non sono un doppiogiochista, ma se la ragazza decide di andare devo seguirla per tutelarla.” .

“Va con loro e non ti preoccupare, ho ancora una carta da giocare … io so dov’è Lucifer. “.

Luke rimase di stucco senza saper cosa dire e, dopo aver visto le due reincarnate allontanarsi dietro ad Hamon, decise di seguirle senza aggiungere altro.

Arrivati alle auto, Elisabeth lo prese da parte e gli chiese senza troppi giri di parole “Ti ho sentito prima mentre parlavi con Bijorn … per quale motivo uno sconosciuto dovrebbe volermi tutelare?” .

“Ce ne sono già troppi di angeli caduti, tu sei ancora una ragazza giovane e hai bisogno di un custode” rispose Luke.

“Cos’è un custode?”

“Un custode è colui che funge da guida per un neo reincarnato … di solito lo porta per la prima volta alla Città d’Argento e gli insegna ad usare i suoi poteri, ma direi che in questo caso ci hai già pensato da sola.” .

Nel frattempo Hamon cercò di far capire con le buone alle dominazioni che non aveva intenzione di avere guardie del corpo, ma dato che non sembravano ascoltarlo si rivolse ad una di loro minaccioso: “Lasciateci proseguire da soli o giuro che vi faccio saltare i caricatori delle pistole.”

Sul momento non sembrarono cogliere il messaggio, ma quando Hamon fece scattare le sicure rimasero di stucco e decisero di seguirli a dieci metri di distanza.

Il gruppo di reincarnati era appena arrivato alle automobili, quando su una delle collinette apparve quello che sembrava essere un angelo Totem già trasmutato e completamente ricoperto da una spessa armatura.

Le sue ali erano verde mare e il volto era nascosto da una maschera veneziana circondata da alcune rose.

Colette ignorò completamente il Totem e si rivolse ad Hamon: “Dimmi dov’è Nikolaj.” .

“Ho bisogno di un computer per scoprirlo.” Rispose lui.

Poi, sospettoso, volse lo sguardo verso Luke che, accortosi di essere osservato, gli disse: “So cosa stai pensando ma non ho cambiato idea, sono qui principalmente per tutelare Elisabeth.E’ vero che mi è stato chiesto di osservarti, ma spero che mi sorprenderai positivamente.”

Elisabeth sembrò rincuorata da queste parole, anche se il suo orgoglio le impose di non darlo a vedere; finalmente sembrava che a qualcuno importasse di farle capire qualcosa in mezzo al marasma di fatti e informazioni che negli ultimi mesi l’aveva travolta come un uragano, scombussolandole l’esistenza.

Mentre il gruppo di reincarnati stava salendo in macchina, il Totem raggiunse lo spiazzo e sussurrò confusa ad una delle dominazioni: “E li lasciate andare via così?” “Ordini di Bijorn” si sentì rispondere.

“Voi siete pazzi!” esclamò incredula.

“Ukia, lo stesso Zachiel li ha lasciati andare.”

Hamon si affacciò al finestrino e il Totem continuò “Portateli via, non posso guardare!”

“Testa di cazzo, sarai bella tu!” mormorò Colette tra se e se.

Senza perdere altro tempo, il gruppo di reincarnati ripartì e dopo non molto tempo giunse nei pressi di un centro abitato. “Buona fortuna” esclamò una delle dominazioni che li aveva scortati fin là “ e che il cielo vi assista, se ci credete ancora.” .

Hamon guidò i compagni verso un internet caffè e dopo essere entrato nel locale fece scattare l’allarme antincendio; tutte le persone all’interno del bar fuggirono spaventate e i quattro reincarnati si ritrovarono da soli.

Il messaggero di Ekia cercò quindi un computer e violò i sistemi di sicurezza del pentagono, riuscendo a superare con facilità i primi firewall; si collegò ad un satellite della Nasa e iniziò a setacciare il deserto del Gobi.

Non trovando alcuna traccia di Nikolaj, spostò la sua ricerca verso Arcangelo e finalmente una zona oscurata della mappa attirò la sua attenzione.

Superate le protezioni, riuscì a visualizzare un vulcano apparentemente inattivo all’interno del quale riconobbe una struttura simile a quelle di Lacrima Sancta.

Non riuscendo a carpire altre informazioni, si scollegò dalla rete e riferì ai suoi compagni ciò che aveva visto.

“Cos’hai intenzione di fare?” gli chiese Luke.

“ Nikolaj potrebbe trovarsi in quella base o, meglio ancora, potremmo scoprire dov’è l’Arp.” Rispose Hamon “ Ho intenzione di recarmi in Russia, trovare il manufatto potrebbe giocare a nostro favore e potrei riuscire a convincere Bijorn!” .

Il primo pensiero di Luke fu di seguirlo per impedirgli di fare sciocchezze e quando sentì che anche le due ragazze avevano intenzione di andare in Russia, non ebbe più dubbi.

Il gruppo di reincarnati si diresse così verso l’aeroporto e non appena entrarono nella sala d’attesa per l’imbarco, il cellulare di Hamon squillò.

“Com’è andata?”

“Mi sto dirigendo in Russia.” Rispose il clone senza battere ciglio.

“Hai ucciso Peter?”

“No.”

“Allora Peter si è unito a noi?”

“No.”

“E quindi cos’hai intenzione di fare?”

“Voglio recuperare l’Arp.” Rispose Hamon tranquillamente.

“Non vorrai mica metterti contro uno dei principati più potenti al mondo, vero?”

“Ma tu mi hai chiesto di ucciderlo,Ekia!”

“Chi, Nikolaj? Non credo proprio. Il Nuovo Ordine sta per riunirsi qua vicino, nel deserto del Mojave, e Nikolaj sta per essere investito Principato. Lascialo stare, ovunque egli sia; recati piuttosto a questa riunione e fai le mie veci, voglio sapere cosa verrà detto.”

“Lo sai che mi controllano, vero?” chiese Hamon.

“Io non me ne preoccuperei. Hai visto i titoli dei giornali? I Principati hanno fatto in modo di far cessare le guerre in tutto il mondo, o almeno credo…per questo voglio che tu vada alla riunione per scoprire cos’hanno da dirsi.”

“D’accordo, ci andrò… ma c’è ancora un particolare nel nostro patto che forse non stai considerando: nel caso in cui mi debba succedere qualcosa, hai giurato di proteggere i membri della mia squadra.”

“Ho scoperto una cosa interessante su di te, lo sai?” ribatté Ekia “La durata della vita di un clone corrisponde a cinque anni,quindi se non sbaglio te ne rimangono più o meno due…fai in modo di lasciare il segno”.

La notizia sembrò non toccare minimamente Hamon, che per tutta risposta congedò la sua padrona confermando semplicemente che si sarebbe recato alla riunione dei Principati.

Si voltò verso i suoi compagni,raccontò loro ciò che aveva scoperto e attese un cenno di riscontro.

“Porca puttana.” Fu la risposta di Elisabeth. “E adesso cosa facciamo?” chiese rivolgendosi al suo nuovo custode.

“Te l’ho detto cosa avresti dovuto fare” rispose lui “Saresti dovuta rimanere con Bijorn.” .

“ E rischiare di farsi massacrare?” intervenne Hamon “I principati potrebbero decidere in qualsiasi momento di muoversi in massa verso l’Islanda.”

“Ma scusa” s’intromise Colette “La tua padrona non può allungarti la vita in qualche modo?”

“Sicuramente ha i poteri per farlo ma non credo rientri nei suoi interessi. Non abbiamo altro tempo da perdere, devo insegnare qualcosa a voi due” rispose il clone guardando le ragazze.

“A noi due?” chiese Elisabeth sgranando gli occhi.

Senza aggiungere altro, Hamon prese da parte le due reincarnate e le portò in un luogo al di fuori della portata di sguardi indiscreti; giunti su una terrazza dell’aeroporto si fermò davanti a loro e senza troppi giri di parole esclamò: “ Ho intenzione di insegnarvi il colpo che creò Sean prima di affrontare Lucifer, quindi ascoltatemi bene.” .

“Perché vuoi insegnarci una cosa del genere?” chiese Colette sospettosa.

“Perché se succede quello che penso da qui a due anni potreste averne bisogno.” Fu la risposta di Hamon “Ho giurato a Matt ed Elisabeth di proteggerli ma, dato che il ragazzo è rimasto bloccato alla Città d’Argento, proteggere la tua amica è l’unico modo che ho per onorare questo patto”.

Insegnò quindi alle due reincarnate il colpo nei minimi dettagli e loro lo appresero senza troppa difficoltà: crearono un sfera di fuoco da una mano e concentrandosi un po’ di più riuscirono a ricoprirla prima di uno strato di roccia e poi di uno spesso strato di ghiaccio.

Lanciarono la sfera contro la parete con un getto d’aria compressa e, visto il risultato, si guardarono soddisfatte.

“Ekia non ha il pieno controllo di me, perciò se mi dovessi trasformare dovrete essere in grado di abbattermi.” Esordì Hamon dal nulla, smontando l’entusiasmo delle due ragazze “ E’ per questo che vi ho insegnato il colpo di Sean.” .

Notando lo sconforto sui loro volti, tentò di rassicurarle: “ C’è una cosa che non vi ho detto, un cavillo nel patto tra me ed Ekia: le ho fatto giurare di proteggervi nel caso in cui mi dovessi trasformare in abominio, quindi non vi preoccupate.” .

“Spero di non dover arrivare al punto di doverti uccidere” sospirò Colette.

“Neanche io” intervenne Elisabeth “ma non possiamo sapere cosa succederà, dobbiamo informare anche Luke in modo che possa aiutarci. Ha deciso di diventare il mio custode, ha il diritto di sapere i rischi che corriamo” .

“E’ deciso allora, racconterò a Luke ogni cosa.” Così dicendo, Hamon scese le scale seguito dalle due ragazze e arrivato davanti a Luke lo prese da parte per raccontargli ogni singolo dettaglio.

Si scontrarono brevemente sulle vere ragioni che spingevano i principati a violare il libero arbitrio degli uomini per mantenere questa pace apparente, ma alla fine i due compagni si ritrovarono d’accordo perlomeno sul fatto di partecipare alla riunione del Nuovo Ordine.

Luke, Elisabeth, Colette e Hamon si diressero quindi verso il banco accettazione e prenotarono il primo volo disponibile per il deserto del Mojave.

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